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Un pò di storia

Un pò di storia


Al limite del Vergante in direzione del basso Novarese, scendendo dall'abitato di Invorio Inferiore, sorge l'abitato di Paruzzaro a 334 m. sul livello del mare.
(La popolazione dall'Agosto 1996, è di oltre 1500 abitanti, nel 1595 era di 500 abitanti, 1000 nel 1972).

Parscè, ("Par-u.scè l'è bèn" così esordiscono le popolazioni limitrofe).
Dei primi abitatori non si hanno tracce certe, anche se ritrovamenti ci segnalano la presenza preromana e romana, nell'area poco studiata che da S. Martino di Gattico porta a Borgoagnello e nei fondi limitrofi alla strada provinciale che collega l'abitato di Oleggio Castello a Paruzzaro.
Alcuni reperti sono custoditi nel Museo Archeologico di Arona. Tra i reperti rimasti, vi è una lapide sepolcrale trovata in Borgoagnello e incastonata in casa Borella, inoltre: monete, orcioli, brocche, olle, chiodi, coppe, lucerne, olpi, piatti, frammenti di bicchieri in vetro e una collana.

In un documento del 1034 si parla per la prima volta di Paruzzaro che è definito "loco Olegio qui dicitur Paruciaro", mentre in altri documenti è detto anche "longobardorum".
Ha avuto questo appellativo per la sua relazione con il popolo longobardo del quale, in documenti dell'XI secolo si osservavano ancora le leggi "...ex nocione nostra legem vivere longobardorum..."
Il termine Ol/olegio nella parlata medioevale significa altura/fortificazione, ed alture fortificate furono anche le vicine Oleggio Castello e Monte Oleggiasco; Paruzzaro in alcuni atti notarili degli ultimi anni del 1400 ancora manteneva il nome Oleggio.
Passato dai Longobardi ai Franchi e assoggettato al potere imperiale, Paruzzaro fu compreso nel Comitato di Pombia.
Dai Castello ai Biandrate pervenne infine ai Visconti. Fu compreso nel feudo d'Invorio Maggiore e nella Corte di Massino dei quali seguì le sorti sino al sec. XVIII.
Paruzzaro, con Invorio Maggiore e Superiore, Oleggio Castello, Montrigiasco e Massino, patria di origine dei Visconti Signori di Milano (1277-1447), rimase isola Viscontea sino agli inizi del 1700.

Di questo periodo si conservano gli Statuti del 1366, quando consignori del luogo erano anche i Besozzo, e una parte del palazzo Visconti che comprendendo anticamente anche la Chiesa di S. Siro, sorgeva nel Cantone che, ancora sul finire del XVII sec., era detto " al Castello ".
Conosciuti i vari domini, francese, spagnolo ed austriaco, assoggettato al Ducato di Milano, con il trattato di Worms fu ceduto dall'imperatrice d'Austria Maria Teresa al re di Sardegna.

Il paese, cinto ancora da una fascia boschiva, gravita attorno alla Chiesa di S. Siro che è posta sopra un'altura al centro del vecchio nucleo abitato. Che ancora oggi conserva buona parte dell'antica conformazione, anche se nel 1900 e 1935/6 vennero abbattute molte abitazioni per allargare la strada provinciale che lo attraversa nel centro.
Tra le antiche vestigia presenti nel nostro paese vi è la torre campanaria eretta tra il 1150 e il 1175.
La torre di stile romanico è ormai parte integrante della Chiesa di S. Siro.
Come baluardo di una scelta politica, la torre è sormontata da merlature ghibelline simbolo di guerre e lotte intraprese dai Visconti contro i Torriani sulle sponde del nostro lago per il predominio del novarese.

Alla torre campanaria è accostata la Chiesa di S. Siro, compatrono del paese con S. Marcello a cui è dedicata l'antica parrocchiale.
Il tempio è stato eretto sulle rovine del castello visconteo. E' una costruzione cinquecentesca a tre navate, ampliamento di una cappella già intitolata a S. Siro alla fine del 1400.
Fu portata a termine tra il 1590 e il 1595 (anno della sua consacrazione) si dice anche grazie ai lasciti delle famiglie colpite dalla peste, detta di S. Carlo, che ebbe tristemente origine da Paruzzaro il 14.03.1576 e che, dopo aver mietuto 240 vittime tra la popolazione del luogo, in seguito investì Milano.

Il più antico monumento del paese è la Chiesa dedicata a S. Marcello papa, da oltre 5 secoli abbracciata dal cimitero.
Si erge sulla sommità di una collinetta poco discosta dal paese, al confine con il territorio di Invorio e presso l'antica cascina Ronco. Lo storico Verzone vuole approssimare attorno all'anno 1000/1025 la data di costruzione della Chiesa romanica, ad una sola navata terminante con abside semicircolare; mentre fa risalire al 1050/75 l'erezione del campanile.

S. Marcello era una delle cappelle dipendenti dalla Pieve di Gozzano. A partire dal XV sec., Paruzzaro, come gli altri paesi più decentrati, si staccò dall'antico centro pievano.
L'abside, conserva, in sintonia con il campanile, le originali caratteristiche del romanico lombardo. All'interno dell'edificio notevoli sono il soffitto a cassettoni del 1608 e gli affreschi posti a decorazione: dalla Madonna del latte del Merli datata 1488, all'armonioso dispiegarsi della Passione di Gesù sino all'episodio di Emmaus ed ad una lunga serie di affreschi eseguiti tra il XV sec. e i primi anni del XVI.
Nella regione detta "Piana", posta al centro del paese si erge la chiesa dedicata a S. Rocco ricostruita e consacrata nel 1720 perché diroccata da molti anni. Pregevole è l'altare ligneo di scuola valsesiana.
Poco discosta dal paese vi sono le frazioni di S.Grato detta "le cascine", di S. Eufemia e di Borgoagnello. La regione di S. Eufemia è attraversata dal torrente Vevera, le cui acque servivano ad alimentare gli antichi mulini: quello Visconteo del " Sabbione" e quello seicentesco detto "in Costa bella".

L'Oratorio dedicato a Santa Eufemia ed eretto nell'omonima frazione venne riostruito nella metà del '600 sui resti di una cappella posta sul crocevia di un importante strada mercantile che congiungeva Arona con il Lago d'Orla.
S. Eufemia e S. Marcello erano santi particolarmente cari ai Longobardi. Accanto all'antico nucleo abitato delle cascine, ove si trova la cinquecentesca chiesetta dedicata a S. Grato Vescovo, il paese va via via ampliandosi, assumendo così una nuova conformazione.
La frazione di Borgoagnello confinante con "le cascine" è attravarsata dalla Statale detta "Biellese" ed in questi ultimi anni è interessata da un forte ampliamento industriale.

Sul suo territorio in località "Testa" vi è l'uscita della A 26, la nuova bretella autostradale Voltrì-Sempione.
Borgoagnello fu aggregato a Paruzzaro solo nell'ultimo ventennio del XIX secolo; la sua costruzione accanto ad insediamenti romani e preromani è dovuta al Podestà di Novara, Zuchono de Agnello ( 1237) che gli diede il nome.
Poco sappiamo sia della struttura edilizia sia delle vicende storiche, soprattutto delle due monumentali porte romaniche ancora esistenti dopo la distruzione del Borgo per disposizione di Galeazzo Visconti in guerra contro il Marchese del Monferrato.

La chiesetta nata con il Borgo, dedicata a S. Giovanni Battista e S. Mauro, rimase presente, anche se diroccata, sino ai primi anni del 1800; sulla sua area troviamo oggi un campo da tennis.

L'intera comunità di Paruzzaro sino agli inizi del secolo scorso viveva prevalentemente di agricoltura, coltivando; granoturco, cereali, canapa e il gelso per l'allevamento del baco da seta.

Abili peltrai, falegnami, scalpellini e ombrellai, muratori e cuochi, dovettero, all'inizio del secolo, emigrare in gran numero, a causa della scarsità di lavoro e della povertà del suolo.

Dal 1928 a Paruzzaro vennero aggregati come frazioni l'abitato di Montrigiasco e Oleggio Castello che nel 1948, conclusasi la parentesi fascista, tomo comune autonomo, mentre Montrigiasco si staccò solamente nel 1960. Oggi l'agricoltura è praticata da pochi, mentre numerose industrie e attività artigianali vanno sempre maggiormente affermandosi.

Date le precarie condizioni del vecchio palazzo municipale (il primo della comunità dal 1877) posto al cantone della " Scrigna", è stato inaugurato nel 1993 il nuovo palazzo municipale che, realizzato con criteri moderni e funzionali, contribuisce a migliorare la qualità dei servizi resi ai cittadini.

Accanto al Palazzo Municipale nel 2001 è stato ubicata la nuova sede delle Poste.